Una città che trasuda di storia millenaria
La leggenda vuole che Modica debba le sue origini nientemeno che al dio Ercole, il quale fondò tre città in terra siciliana chiamandole Motia, in onore della bella donna greca che lo aveva aiutato a ritrovare i buoi che gli avevano sottratto.
Ma questa non è che una delle tante denominazioni che Modica ebbe nel corso dei secoli: tra le altre, il fenicio Mùtika (albergo, dimora: probabile analogia con la fenicia Utica, città dove si diede la morte Catone Uticense), il siculo Mùrika (roccia nuda, non coltivabile), il greco Μότουκα, il romano Mothyca. Le prime notizie di insediamenti siculi in quest’area risalgono all'ottavo secolo a.C., all'epoca delle colonie greche in Sicilia.
Dopo l’occupazione da parte dei romani, Modica passò in mano ai saraceni, che ne fecero un importante centro agricolo e commerciale con il nome di Mohac. Nell’undicesimo secolo la città, così come tutta la Sicilia, venne riconquistata dai Normanni. Il loro capo, Ruggero di Hautetville, introdusse il culto di San Giorgio, di cui era fedele devoto. E sempre al dominio Normanno si deve il titolo di Contea, in quanto Gualtieri, capitano al servizio di Ruggero, fu designato Conte di Modica. Seguì la dominazione angioina, il cui potere tirannico ebbe termine con i Vespri Siciliani e la conseguente cacciata degli odiati francesi da tutta la Sicilia. Successivamente, la città conobbe un periodo di grande prestigio sotto gli Aragona di Spagna (XIII - XVII sec.).
Grazie ai Conti Mosca e soprattutto ai Chiaramonte e ai Cabrera, Modica acquisì un ruolo di importantissimo potere locale, tipico del feudalesimo, che, per autorità, ricchezza e sfarzo fece spesso concorrenza alla Regia Corte. Nel 1693 un terribile evento sismico distrusse tutta l’area della Contea, ma la ricostruzione della città fu rapida e alla fine Modica si trovò ad essere ancora più bella e importante. La lunga permanenza degli spagnoli ha lasciato dei forti segni nel dialetto, nella tradizione gastronomica, nei monumenti, nell'architettura della città e nell'arte barocca. Fino agli anni trenta del XX secolo Modica è stata la quarta città della Sicilia per numero di abitanti e importanza politica, economica e culturale, anche grazie alla presenza di enti d'istruzione ecclesiastici e laici che l'hanno resa un notevole centro di studi. La città attualmente si estende per 290,77 km² ed ha una popolazione di 55.341 abitanti.
Ma questa non è che una delle tante denominazioni che Modica ebbe nel corso dei secoli: tra le altre, il fenicio Mùtika (albergo, dimora: probabile analogia con la fenicia Utica, città dove si diede la morte Catone Uticense), il siculo Mùrika (roccia nuda, non coltivabile), il greco Μότουκα, il romano Mothyca. Le prime notizie di insediamenti siculi in quest’area risalgono all'ottavo secolo a.C., all'epoca delle colonie greche in Sicilia.
Dopo l’occupazione da parte dei romani, Modica passò in mano ai saraceni, che ne fecero un importante centro agricolo e commerciale con il nome di Mohac. Nell’undicesimo secolo la città, così come tutta la Sicilia, venne riconquistata dai Normanni. Il loro capo, Ruggero di Hautetville, introdusse il culto di San Giorgio, di cui era fedele devoto. E sempre al dominio Normanno si deve il titolo di Contea, in quanto Gualtieri, capitano al servizio di Ruggero, fu designato Conte di Modica. Seguì la dominazione angioina, il cui potere tirannico ebbe termine con i Vespri Siciliani e la conseguente cacciata degli odiati francesi da tutta la Sicilia. Successivamente, la città conobbe un periodo di grande prestigio sotto gli Aragona di Spagna (XIII - XVII sec.).
Grazie ai Conti Mosca e soprattutto ai Chiaramonte e ai Cabrera, Modica acquisì un ruolo di importantissimo potere locale, tipico del feudalesimo, che, per autorità, ricchezza e sfarzo fece spesso concorrenza alla Regia Corte. Nel 1693 un terribile evento sismico distrusse tutta l’area della Contea, ma la ricostruzione della città fu rapida e alla fine Modica si trovò ad essere ancora più bella e importante. La lunga permanenza degli spagnoli ha lasciato dei forti segni nel dialetto, nella tradizione gastronomica, nei monumenti, nell'architettura della città e nell'arte barocca. Fino agli anni trenta del XX secolo Modica è stata la quarta città della Sicilia per numero di abitanti e importanza politica, economica e culturale, anche grazie alla presenza di enti d'istruzione ecclesiastici e laici che l'hanno resa un notevole centro di studi. La città attualmente si estende per 290,77 km² ed ha una popolazione di 55.341 abitanti.